L'ultima volta che ho cantato l'inno del mio Paese è stato durante la manifestazione dell'11 luglio 2021. Quel giorno tutti a Cuba hanno cantato l'inno, pieni di un sentimento inesprimibile. Poi sono arrivate le sparizioni e il silenzio in tutta l'isola. Da allora l'inno non è più stato cantato allo stesso modo.

Mi chiamo Frank D. Blanco. Sono un regista e scrittore indipendente cubano e, dopo la morte di mio nonno nel febbraio di quest'anno, sto sviluppando un documentario sulla storia della sua vita, sul sogno della generazione a cui apparteneva (quella che aveva il compito di costruire la rivoluzione socialista) e su come il mio tempo assume l'eredità di quel sogno che è stato spezzato.

Mio nonno era la voce principale al microfono quando è stata fatta la registrazione ufficiale dell'inno del mio Paese. Raccontava sempre che gli era stato chiesto di stare al centro, un po' più davanti a tutti, e di cantare come se stesse combattendo. Sebbene avesse partecipato alla guerra in Angola nel 1977, non aveva mai combattuto direttamente. Per la registrazione dell'inno nazionale cubano ha messo in campo tutta la sua immaginazione e la sua forza di volontà. Lo accompagnava la forza di un amore che, molto probabilmente, né io né nessuno della mia generazione potrà mai più sperimentare.

Leggendo le lettere di mio nonno e guardando le fotografie di famiglia, ho scoperto che dietro la sua vita c'era davvero una specie di miracolo: qualcosa che lo riempiva di fede e di passione, che gli si è manifestato in sogno mentre era in guerra in Angola. Negli ultimi anni della sua vita, mio nonno continuava a fare riferimento a questo. Lo chiamava il suo Angelo custode. Allo stesso tempo, in questa fase della sua vita, si dedicò a ritagliare molte stelle di carta, che accumulò fino a riempire un sacco di diversi chilogrammi. Secondo lui, lo faceva per combattere il morbo di Parkinson. Di fronte all'immagine di lui che ritagliava stelle, per la prima volta in vita mia ho sentito il desiderio di filmare. Ora, dopo la sua morte, mi sono proposto di realizzare un film utilizzando quelle prime immagini che ho ripreso con una telecamera.

Quest'anno, il mio progetto cinematografico è stato selezionato per partecipare al Master in Creazione Cinematografica dell'Elías Querejeta Zine Eskola (EQZE), a Donostia/San Sebastián. Si tratta di una delle scuole di cinema più rinomate al mondo.

Sia per il suo eccellente tutoraggio che per il suo programma incentrato sulla sperimentazione, sull'archiviazione e su modi alternativi di raccontare una storia, l'EQZE mi è sempre sembrata la scuola ideale per formarmi come documentarista e per sviluppare la struttura che userò per raccontare la storia del mio film.

A Cuba non ho più la possibilità di studiare questo tipo di studi. Sono laureato in Produzione televisiva e NNA presso la Escuela Internacional de Cine y Televisión (EICTV) e questo significa, tra l'altro, che non posso più studiare Cinema documentario presso l'unica scuola di cinema del mio Paese. Per me è una grande opportunità essere stata selezionata per il Master of Creation dell'EQZE quest'anno. Ci sono sempre molti candidati e non è facile essere selezionati.

Al momento ho già pagato il 20% della retta con i miei contributi per prenotare il mio posto, che equivale a 940,00 euro. Date le condizioni del contesto cubano, è stato molto difficile raccogliere questo denaro; per questo motivo sto lanciando questo crowfunding con l'obiettivo di raccogliere i 7500,00 euro di cui ho bisogno per coprire il resto della retta, il biglietto aereo e il mantenimento dei primi mesi di scuola, fino a quando non otterrò un permesso di lavoro. Chiunque voglia contribuire al crowfunding apparirà nei titoli di coda della versione finale del film, il cui titolo provvisorio è "El Blanco de la Estrella". Il denaro raccolto da questo crowfunding sarà utilizzato nel modo seguente:

- Tassa d'iscrizione

- 3760,00 euro

- Biglietto aereo

- 640,00 euro

- Pagamento di tre mesi di affitto + deposito

- 400,00 x 3 mesi + 700,00 = 1900,00 euro

- Manutenzione

- 400,00 x 3 mesi = 1200,00 euro

Finora il film ha avuto il sostegno e la consulenza di Paz Encina, attraverso il workshop online Compañero del Viento, di Silencio Lab, dove dopo 18 settimane ho sviluppato la struttura e la sceneggiatura del film, oltre a riempirmi di riferimenti e idee che mi hanno aiutato a capire l'approccio con cui voglio continuare.

Anche Bibata Uribe, che dal 2009 si occupa di promuovere il cinema latinoamericano in Europa, si è unita a questo progetto dopo un incontro molto speciale all'EICTV. Lì abbiamo condiviso un'intensa esperienza professionale, dove, tra discorsi, proiezioni e riflessioni sul cinema, abbiamo scoperto una sensibilità comune. Ci unisce il desiderio di dare spazio alle memorie che resistono al silenzio. Con il suo background nella curatela e nella divulgazione, Bibata porta una prospettiva preziosa che arricchisce e accompagna questo progetto nel suo percorso di realizzazione.

È strano, qualche mese fa questo progetto era solo un'idea dimenticata in un cassetto insieme alle fotografie di famiglia. I miei studi all'EICTV non mi avevano dato il tempo necessario per esplorarlo. Ora, ogni volta che torno a scrivere e a fare ricerca, sento riformularsi la mia prospettiva sul mondo e sul cinema, sento che comincio a capire il significato dell'amore nelle immagini del mio Paese con la stessa forza con cui mio nonno sentiva l'ispirazione che lo aiutava a cantare l'inno. Un amico una volta mi ha detto che mio nonno mi accompagnava in questo processo. Comincio a pensarci anch'io: questo film è il mio modo di tornare a lui, di capire cos'è questo Grande Amore che sta dietro a tutto, anche se sembra che il Paese stia morendo.